La globalizzazione e l’allargamento dei mercati hanno incrementato l’esigenza delle imprese italiane di lavorare oltre i confini nazionali, con la conseguente necessità di operare in maniera più o meno stabile e per un tempo più o meno lungo con un certo numero di lavoratori all’estero. Ne deriva il bisogno di avere a disposizione strumenti preventivi standardizzati con obblighi di tutela dei lavoratori per i rischi negli ambienti di lavoro precedentemente non codificati.
I contratti che regolano l’attività dei lavoratori italiani all’estero sono giuridicamente diversi in relazione alle diverse modalità temporali e organizzative previste dalla legislazione, comportando la necessità di applicare, a tutela degli stessi, in particolare della loro salute e sicurezza, diversi provvedimenti normativi nazionali, nonché direttive e regolamenti dell’Unione Europea, talvolta integrate o surrogate da convenzioni internazionali, non potendo, inoltre, dimenticare che, nei confronti di paesi extracomunitari con una sensibilità culturale diversa da quella dei paesi UE, raramente sono state stipulati convenzioni o accordi internazionali su queste tematiche.
Programma:
➢Il Regolamento CE n. 593/2008.
➢I rapporti di lavoro a transnazionalità originaria: la l. n. 398/1987, il procedimento di autorizzazione al lavoro all’estero.
➢I rapporti di lavoro a transnazionalità acquisita: trasferta, trasferimento, distacco.
➢La tutela della salute e della sicurezza.
➢La tutela assicurativa contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali dei lavoratori all’estero.
➢La valutazione dei rischi espositivi dei lavoratori italiani all’estero.
➢La sorveglianza sanitaria dei lavoratori italiani all’estero.
➢La rilevanza in Italia dei reati commessi all’estero (in particolare, le norme del codice penale sull’individuazione del luogo di commissione del reato e sulla rilevanza delle sentenze straniere)
La globalizzazione e l’allargamento dei mercati hanno incrementato l’esigenza delle imprese italiane di lavorare oltre i confini nazionali, con la conseguente necessità di operare in maniera più o meno stabile e per un tempo più o meno lungo con un certo numero di lavoratori all’estero.
Ne deriva il bisogno di avere a disposizione strumenti preventivi standardizzati con obblighi di tutela dei lavoratori per i rischi negli ambienti di lavoro precedentemente non codificati. I contratti che regolano l’attività dei lavoratori italiani all’estero sono giuridicamente diversi in relazione alle diverse modalità temporali e organizzative previste dalla legislazione, comportando la necessità di applicare, a tutela degli stessi, in particolare della loro salute e sicurezza, diversi provvedimenti normativi nazionali, nonché direttive e regolamenti dell’Unione Europea, talvolta integrate o surrogate da convenzioni internazionali, non potendo, inoltre, dimenticare che, nei confronti di paesi extracomunitari con una sensibilità culturale diversa da quella dei paesi UE, raramente sono state stipulati convenzioni o accordi internazionali su queste tematiche.
Programma:
➢Il Regolamento CE n. 593/2008.
➢I rapporti di lavoro a transnazionalità originaria: la l. n. 398/1987, il procedimento di autorizzazione al lavoro all’estero.
➢I rapporti di lavoro a transnazionalità acquisita: trasferta, trasferimento, distacco.
➢La tutela della salute e della sicurezza.
➢La tutela assicurativa contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali dei lavoratori all’estero.
➢La valutazione dei rischi espositivi dei lavoratori italiani all’estero.
➢La sorveglianza sanitaria dei lavoratori italiani all’estero.
➢La rilevanza in Italia dei reati commessi all’estero (in particolare, le norme del codice penale sull’individuazione del luogo di commissione del reato e sulla rilevanza delle sentenze straniere)
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